Hutchinson, il black senza colori e con ideali di umana fratellanza.
15 Giugno 2020Il Black Lives Matter porta in salvo un manifestante di estrema destra durante un attacco degli estremisti ad una manifestazione anti razzista.
in poche ore, giustamente, sta facendo il giro del mondo questa foto e mi chiedo, come per George Floyd, quanto durerà la visibilità e il valore simbolico del salvare la vita all’antagonista, ieri a Londra, o perderla per mano poliziotta, troppo spesso soprattutto negli United States.
Eppure sembrano entrambe scene di uno di quei film americani in cui la bontà vince su tutto e, a sfondo, una bandiera americana svetta e sventola.
Politicanti e faccendieri al seguito dovrebbero ormai aver capito che l’individuo non è di sua natura omofobo, razzista, xenofobo ecc. bensì viene spinto da quella insana voglia di potere che assoggetta le menti e le vuole unite nella lotta contro l’altro, che è sempre il cattivo – me lo ha detto il potere!
Marcia e insana voglia di potere che non nasce dal basso ma che delle frustrazioni della povera gente comune si nutre. Cosa differenzia la propaganda nazista dalla chiusura dei confini in Messico? Oppure, quanto sono diverse le richieste di democrazia delle rivolte cinesi da quelle degli indiani oppressi dall’Inghilterra ai tempi di Gandhi?
Una foto, questa di Patrick Hutchiston con in braccio un estremista della destra xenofoba razzista, che vale più di mille parole e immobilizza, come in un flash mob, un Sistema in cancrena che sfrutta ancora la parte più artificiale del mondo capitalista (o post-capitalista che sia); la rincorsa al potere e al gioco dell’aver ragione, la ragione di Dio.
Che Dio abbia ragione lo stanno dimostrando in tutto il mondo milioni di persone unite nella pacifica lotta contro chi alza la Bibbia come Trump o il rosario come il nostro amato Salvini per fomentare facinorosi.
Dio, qualunque Dio, ha avuto ragione nel farci più belli e più brutti, più chiari e più scuri, più magri e più grassi , più ebrei, cristiani, mussulmani o induisti ma no, non certo è stato lui a farci più ricchi o più poveri, più interessati al potere o più interessati all’uomo e alle sue istanze, più incazzati col prossimo o più misericordiosi di umana pietas. Eccetera.
Il Dio che sventolano certi potenti non è il Dio delle Sacre Scritture e non è il Dio di chi marcia per un mondo egualitario. Non mi riconosco in quella Bibbia e nemmeno in quel Corano delle divisioni fra i popoli.
Se cerchiamo questo astratto signore, Dio, ogni Dio, lo possiamo trovare in una foto come quella di Hutchiston, nelle marce per Floyd, nella lotta di Mandela e di Martin Luther King, nei pugni alzati di Messico ’68 (le olimpiadi che segnarono la storia dei diritti delle popolazioni afroamericane).
Il Dio che si sta ribellando in queste ore è ancora lo stesso che portò il Mahatma a protestare contro l’oppressore, i russi a scoperchiare l’immonda verità di Auschwitz, ai moti di rivolta di uomini e donne contro il femminicidio, lo stupro, l’infibulazione.
Ecco qual’è la parte che sempre mi troverà suo partigiano, e davvero non capisco perché ancora ci ostiniamo a chiamarci “i deboli” della terra.