
La libertà danza fra gli ulivi.
10 Agosto 2017Un giallo dal format inconsueto, spiazzante: c’è un omicidio e si sa subito chi è l’assassino. Aurora è in carcere, reo confesso, imputata di omicidio: avrebbe ucciso il patrigno.
Il padre, un contadino-archetipo del Salento, come potrebbe essere nostro padre, o nonno: coltiva i suoi ulivi e sotto la loro ombra maestosa suona il tamburello, fa danzare le figlie. Ma l’incanto è fuggente: muore d’improvviso per una brutta malattia. La madre Cosima si accasa al Nord, in Friuli, dove vive con le due figlie, Aurora e Ginevra.
Tutto depone contro la ragazza, che ha addosso il sangue dell’uomo. Ma la realtà non è mai quella che appare, ce n’è sempre un’altra parallela. Se lo dicono l’avvocato Lodi e il suo allievo Raffaele Conti, un neolaureato a studio. Anche Conti ha un passato, dei fantasmi da cui fugge, lutti che non riesce a elaborare e che emergono come ispidi iceberg: Marta lo ha lasciato, al Sud – anche lui in Salento – ha seppellito padre e madre, contadini e tutti i ricordi di un’infanzia felice, il più bello dei quali è l’amicizia con un vecchio pescatore di Novaglie, Mesciu Ninu, che ai rumori volgari del nostro tempo preferisce “lu rusciu de lu mare” (la voce del mare) ed è descritto con accenti lirici, che carsicamente scorrono in tutto il romanzo come un fiume sotterraneo.
“La libertà danza fra gli ulivi” (copertina di Giulia Colugnati, illustrazione di Dmitry Naumov, collana “Le citrine”), è il felice esordio del giovane (Zug, Svizzera, 1984) scrittore Alessandro Bozzi. Il legal-thriller è stato presentato in Friuli e, davanti a un folto pubblico, il 5 agosto ad Alessano dalla Libreria Idrusa, prossima tappa l’11 a Nardò.
Padre meridionale (Montesardo, nel Leccese) e madre friulana (Gorizia), questa doppia “cittadinanza” è uno degli elementi caratterizzanti del romanzo, scritto con mano sicura, stile rapsodico, essenziale, minimalista. Friuli e Salento (da Pasolini a Carmelo Bene), terre profondamente diverse, lette in modo immaginifico, mitizzante, in tutta la loro bellezza. E divengono, trasfigurati, elementi stessi della narrazione. Altro espediente: la traccia territoriale, antropologica: il paesaggio, il mare, il calice di Ribolla Gialla e la granseola, le pajare (trulli a tolos), i muretti a secco. E poi la pizzica, la danza tradizionale che, come Borges diceva per il tango, è un modo di stare al mondo, nella vita, da protagonisti della propria parabola esistenziale contaminata da una sensualità magmatica.
Bozzi ha nel dna il format della tragedia greca, che attraversa tutto il romanzo. Può Aurora, eroina da tragedia di Eschilo o Sofocle, così bella e sensibile, aver ucciso il patrigno? E perché mai lo avrebbe fatto?

Alessandro Bozzi
Le indagini condotte dai due avvocati (lo scrittore è laureato in Giurisprudenza ed è attento alla tematica dei reclusi) non hanno nulla di spettacolare, piuttosto un mood psicologico teso a cogliere appunto il retroterra della psiche dei personaggi. In questo Bozzi è sublime.
Ovviamente taceremo al lettore i colpi di scena che si susseguono tra Friuli e Capo di Leuca, tra bar e pajare sino all’ultima riga. Un indizio però possiamo darlo: in sintonia col nostro tempo, fra selfie e Instagram, la soluzione del giallo verrà dalle immagini.
Il finale è aperto, Aurora e l’avvocato Conti formattano le asprezze del loro vissuto, forse avranno un futuro condiviso…
Finalmente un romanzo dove chi scrive non contempla il proprio ombelico ma si mette dalla parte del lettore: quella empatia hemingwayana di cui dice Francesco Caringella in prefazione.
E dunque è nato uno scrittore, che intanto annuncia il seguito: l’avvocato Conti diventa seriale, altre avventure, forse delitti, lo attendono, sospesi fra due mondi, Friuli e Salento, svelati nella loro magia più intima.
Good lock!
—–
La libertà danza tra gli ulivi.
di Alessandro Bozzi
editore: Musicaos Editore
anno: 2017
pagine: 192
ISBN: 9788899315825