
La filosofia della guerra. Una necessità possibile (?) – (!)
23 Gennaio 2017Tutti hanno bisogno di nutrirsi, riprodursi ed espandere il proprio territorio più possibile magari uccidendo le altre speci e sottraendo le risorse ai propri simili.
La guerra è stata dai tempi più antichi il mezzo per dirimere e risolvere le controversie tra gli esseri umani e sembra corrispondere non solo alla natura umana ma anche alle leggi che regolano l’universo.
Infatti, per il filosofo Presocratico greco Eraclito di Efeso (Efeso, 535 a.C. – Efeso, 475 a.C) con la sua dottrina dei contrari polemos, appunto la guerra tra gli opposti – che in realtà risultano essere complementari. La legge segreta del mondo risiede nel rapporto di interdipendenza di concetti opposti (fame-sazietà, pace-guerra, amore-odio ecc.) che, in quanto tali, lottano fra di loro ma, ad un tempo non possono fare a meno l’uno dell’altro: ciascuno dei due può essere definito solo per opposizione e, niente, esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto.
Pertanto, la situazione attuale, che prevede solo forme di “fare la guerra” nuove e diverse rispetto al passato, non deve stupire in quanto i presupposti che muovono la natura umana da millenni sono sempre gli stessi e non sono così diversi da quelli della maggior parte degli animali soprattutto quelli più forti e feroci.
I poeti novecenteschi del Futurismo Italiano, in primis Marinetti, ritenevano essere la guerra l’unica igiene possibile nel mondo e, a ben guardare, la guerra è stata d’ispirazione in ogni epoca per centinaia di meravigliose opere artistiche e letterarie: desidero ricordare qui solo a titolo d’esempio l’Arte della Guerra di Sun Tzu; l’Esercito di Terracotta del leggendario Primo Imperatore della Cina e Della Guerra di Carl Von Clausewitz; e il meraviglioso ed antichissimo gioco degli Scacchi. Oppure l’immortale dottrina sociale ed economica di Karl Marx ed il marxismo, in special modo quello dialettico, tornato prepotentemente attuale dopo la formazione del Mercato Mondiale ed il governo del mondo da parte del grande capitale finanziario e delle multinazionali, che prevedeva il conflitto tra le classi sociali come la regola basilare per un autentico sviluppo della potenzialità di una nuova società dove sarebbero state cancellate le diseguaglianze sociali ed economiche ed anche i limiti alla realizzazione degli esseri umani.
Di contro, guerra, può significare anche morte e distruzione come, non solo prefigura l’attuale conflitto tra Islam ed Occidente ma anche le mille guerre tradizionali, commerciali e finanziarie che si continuano a combattere tra gli stati e le grandi potenze come gli USA, la Russia e la Cina per il dominio del mondo.
Pertanto secondo me bisognerebbe accettare questa caratteristica della natura umana cercando però di trasformarla quasi alchemicamente da semplicemente forza distruttiva in forza costruttiva, poderosa ed efficace, utilizzandola per poter superare con successo trascendendoli tutti i propri limiti e poter aspirare a migliorare se stesse ed il mondo in cui si vive.
L’essere umano dovrebbe quindi non negare la sua aggressività di fondo e la intima natura ferina, ma accettarla e cercare di incanalare questa energia altrimenti distruttiva in tutta una serie di attività positive, produttive e benefiche per sé ed i propri simili. Fare la guerra sì ma alle malattie, alla povertà, alle ingiustizie sociali, alle divisioni ai propri limiti fisici e psichici (come in parte già succede nei giochi di guerra war-games e negli sport fisici e mentali) ovvero a tutte quei problemi che lo affliggono e lo tormentano avvelenandogli l’esistenza .