
Torino: Rom non vi vogliamo! Polizia come gli squadristi di un tempo, e cittadini conniventi, sotto la Mole.
14 Febbraio 2017«Gli altri sono noi». Il comunicato di Boris Bellone (Segretario A.N.P.P.I.A.) sugli abusi di potere della Polizia durante gli sgomberi del capo rom di Torino.
Proprio in prossimità della giornata della memoria (dedicata alle vittime dell’olocausto nazista: Ebrei, Rom, omosessuali, disabili, oppositori al regime) a Torino si stanno verificando alcuni fatti inquietanti che inducono a una preoccupata riflessione.
Mi riferisco alle operazioni di sgombero del campo rom non autorizzato di via Germagnano.
Seppure l’operazione sia avvenuta a seguito di un provvedimento di sequestro dell’area da parte dell’autorità giudiziaria, i comportamenti messi in atto dalle forze dell’ordine non sono degni di un paese civile che dovrebbe aiutare l’integrazione sociale.
Nelle prime ore del mattino, più volte alla settimana, vengono controllati i documenti di chi è presente. Queste operazioni impediscono ai minori di raggiungere la scuola, ai giovani di seguire i corsi di formazione e a chi lavora di iniziare in orario la sua attività.
Inoltre, mentre in un primo tempo, venivano soltanto abbattute le baracche abbandonate, ora sono pure distrutte le baracche incustodite (di chi appunto sta portando i figli a scuola o recandosi al lavoro) senza che venga data una nuova sistemazione alle persone a cui è stata tolta la dimora.
In tali occasioni non sono neppure risparmiati i documenti, i giochi dei bambini e ogni altro tipo di bene. Il tutto accade spesso anche in presenza di bimbi piccoli, letteralmente terrorizzati.
Sabato 4 febbraio, il quotidiano “La Stampa” ha dedicato l’intera pagina 40 della cronaca di Torino ai rischi che corrono i vigili che si occupano dei nomadi di via Germagnano e gli abitanti dei vicini condomini.
Questo campo sorge infatti in prossimità di una discarica abbandonata, di per sé inquinante, a cui si aggiungono i veleni prodotti dal fatto che i Rom bruciano i rifiuti.
Non intendo assolutamente contestare quanto espresso dal giornale sotto il profilo medico, ma ritengo agghiacciante che non sia stata spesa una parola di umana pietà per gli “altri”: i bambini, i vecchi, i disabili che si nutrono e respirano in quel luogo, per le persone che non si sentono nomadi ma sono costrette ad esserlo a causa delle continue espulsioni dai luoghi in cui, nel corso del tempo, si sono stanziate.
Un giornale può condizionare l’opinione pubblica verso la tolleranza, il senso critico, oppure può spingere al razzismo e, per questo, dovrebbe essere molto più attento, anche a costo di perdere dei lettori.
Boris Bellone, Segretario A.N.P.P.I.A. – Torino!