
Con Yuze He – L’opera lirica di Verdi cantata dalla giovane soprano Yuze He. (+ Video)
10 Agosto 2017La giovane Yuze He, detta Paola, è giunta in Italia nel 2009 per ragioni di studio. Il suo sogno è sempre stato quello di cantare musica classica, la sua grande passione, e lo ha fatto nel Conservatorio Santa Cecilia, a Roma quest’anno.
La ventisettenne – cinese – viene da Mudanjiang, una città con quasi tre milioni di abitanti a nord di Pechino. La città, nota come la “città dello shopping”, ha moltissimi negozi frequentati, in special modo, da cinesi e russi, creati al fine di favorire il commercio anche in inverno dove si raggiungono temperature di -30 °C. In Italia Paola ha iniziato studiando le opere di Mozart, poi la musica da camera di Rossini e di Faurè.
Buongiorno Paola. Posso chiederti come mai questo nome?
Paola: “E’ stata la mia insegnante di musica a darmelo” dice la giovane soprano, con un sorriso dolce e sincero, “e da quel momento tutti mi chiamano così”.
Finiti gli studi al conservatorio, cosa ti piacerebbe fare, e dove?
Paola: “Vorrei cantare nei teatri come solista, in Italia. Se non fosse possibile, tornerò in Cina, dove l’opera non è diffusa come qui, ma ci sono molte più opportunità, perché la Cina è molto grande” sorride, “sono venuta in Italia perché qui è la patria dell’opera lirica, e per me era giusto andare alla fonte”.
Come ti è venuta questa passione?
Paola: “Devi sapere che io sono cresciuta con i miei nonni. Mia nonna, quando avevo sei anni, mi portava per gioco a cantare e a fare qualche concorso musicale. Poi ha visto che mi piaceva, così da un semplice passatempo ne ho fatto la mia attività principale”.
Cosa fai a Roma, a parte studiare?
Paola: “Vado tutti i giorni in palestra, dove faccio pesi e pilates. Amo molto cucinare, sia la nostra cucina tradizionale, sia la cucina italiana”.
Quando le chiedo cosa le piaccia della cucina italiana, Yuze (Paola) He arrossisce e, sorridendo, con il pudore di una bambina, confessa la sua predilezione per le melanzane alla parmigiana e per la pasta alla carbonara.
Siamo all’interno della chiesa evangelica dell’Esercito della Salvezza, a Roma, e c’è un bel pianoforte che ci induce in tentazione. Quando le chiedo di suonarmi qualcosa, Paola, che è un soprano lirico leggero, aiutata al pianoforte da Ju Mee Lee, intona l’aria di “Sul fil d’un soffio etesio” dall’opera Falstaff di Giuseppe Verdi.
Ascoltate…
La voce della ragazza è meravigliosamente adatta all’opera italiana. I suoi gesti di ninfa accompagnano i picchi di note che escono dalla sua bocca. Il suo sguardo rivolto all’infinito sembra quello delle mistiche religiose. Yuze He ha fatto della musica parte della sua religiosità, regalando, a chi la ascolta, un’idea filosofica di bellezza possibile soltanto grazia alla grande Opera.
Noi di NonQuotidiano non possiamo che augurare a Paola Yuze He un radioso successo, in tutti i teatri d’Italia e del mondo. Ringraziamo lei, cinese, di vivificare la musica italiana che, come dice Paola, “è eterna”, e continuerà ad esserlo, almeno finché vivrà l’eternità che è in noi.