Sai (virgola) le scarpe. In ricordo di fratello Vattimo
20 Settembre 2024sai,
precisamente un anno fa, il 20 settembre 2023, mi svegliavo dopo una notte passata nel dolore per la morte -poche ore prima- di chi per me fu un amico e un fratello chiamato compagno, Gianni Vattimo. Son stato molto male e tuttora soffro quella mancanza o, forse, presenza.
Intorno alle cinque di questa mattina, 20 settembre 2024, mi son messo lì pian piano e cercando di far poco rumore son andato a prendere la cassetta per lucidare le scarpe e quello ho iniziato a fare. Solo in questi ultimi anni mi son avvicinato alle scarpe da ginnastica, con gran cautela vista la gran passione per la sedentarietà. Scarpe da ginnastica a parte in genere porto tre soli modelli: i mocassini e le Oxford ma con variante stringata o doppia fibbia. Sembra che ho detto un gran cosa ma se vai a cercare su internet capirai che son le più comuni che trovi ai piedi di molti e forse anche ai tuoi ora! Son banale…
Perché ti parlo delle scarpe? E dire che Van Gogh ne ha dipinte di tele raffiguranti scarpe, vai a capire come certa gente sappia o non sappia apprezzare questo o quell’altro. Nello specifico “questo”, cioè scarpe. Ho quasi finito.
Il 19 settembre 2023 alle 20.53 circa moriva Gianteresio Federico Vattimo e nel mentre moriva ciò che dava il senso del vivere a me che per anni gli son stato a fianco fino a diventarne per così dire padre. Padre come ogni figlio, ci si augura, diventa “padre” dei propri genitori accompagnandoli in bagno per paura che cadano o aiutandoli con il cucchiaio quand’è il cucchiaio e la forchetta quand’è la forchetta oppure ancora tante piccole invisibile cose che son quelle della giornata di un vecchio.
Dovevo rendermi conto quel 20 settembre e non questo che per me iniziava una nuova vita, lo faccio ora pulendomi le scarpe.
Martin Heidegger. Sentieri interrotti, La nuova Italia, 1968, pag. 19La contadina, invece, porta semplicemente le sue scarpe. Se almeno questo «semplice portare» fosse davvero semplice! Quando, alla sera, la contadina, stanca ma lieta, si toglie le scarpe; o quando, al primo mattino, le ricalza; oppure, quando in un giorno di festa le smette, essa sa tutto questo senza bisogno di osservazioni o di considerazioni.