Pannella e l’idea di leader. Non basterà un Requiem.

Pannella e l’idea di leader. Non basterà un Requiem.

20 Maggio 2016 0 Di Simone Caminada

Giacinto Pannella, detto Marco, si è spento giovedì 19 maggio 2016 poco prima delle 14 nella clinica romana di Nostra Signora della Mercede dove era stato accompagnato ieri nel pomeriggio. L’annuncio è stato dato dalla sua radio, Radio Radicale, che ha trasmesso in suo ricordo l’ultima composizione, l’incompiuta, di W. A. Mozart.

Il dolore che provoca la perdita di una “figura ideale” della politica italiana, come Marco Pannella, è proprio nella desertificazione trasversale di “figure ideali” nella politica italiana. È complesso ammetterlo per chi viene da una cultura “di sinistra” come me ma, son convinto, verseremo amare lacrime (politiche) anche alla perdita – fra cent’anni, ci si augura sempre – di un esponente altamente carismatico e discusso della politica italiana come l’ex Cavaliere di Arcore.

dalai_lama_with_marco_pannellaLa figura del leader infatti non nasce, non cresce e non si sviluppa per caso o in relazione a quanto denaro (esempio classico) si investe sulla persona, quella che dovrebbe incarnare appunto l’idea di “leader”. Certamente casualità fortuita, soldi e potere aiutano ad accrescere la fama del suo verbo ma, come l’opera d’arte, ha caratteristiche proprie, ovvero, uno stile connotativo che gli occhi dei conoscitori della materia – e in questo caso s’intende la materia politica – sanno distinguere fra gli altri stili. Ovviamente noi tutti siamo “conoscitori della materia” e lo siamo perché, col tempo e con “l’esperienza” proveniente da conoscenza storica già acquisita, abbiamo imparato a conoscere ogni “fare politico” esercitando anche leva sulla nostra innata peculiarità dell’analisi comparativa. Non si tratta ancora di decidere a quale “credo” politico appartenere o a quale candidato dare fiducia o meno; il leader va ben oltre queste classificazioni toccando semmai aree di interpretazioni di carattere psicologico, antropologico o addirittura filosofico. In due parole tocca “impressioni soggettive” di ognuno di noi.

Marco Pannella è stato un infaticabile provocatore, un paladino della causa (di una moltitudine di cause e per lo più coerenti fra loro), un Don Chisciotte su cui spesso si è fatta ironia e di cui, certa parte politica, si è fatta a lungo beffe. Gli ignavi non sanno che anche gli insulti, al leader, giovano!

Un uomo come Pannella (ed anche come il citato ex Cavaliere), è come un artista nell’ambito politico, e le sue battaglie, i suoi digiuni, i suoi ricoveri (eccetera), rappresentano la sua forma d’espressione e, infine, le sue opere d’arte. Uno degli aneddoti più ricordati in diverse interviste rilasciate da Pippo Baudo sulla sua lunga carriera, riguarda la sua prima uscita pubblica e la scarsità del pubblico: dieci persone in tutto. A dispetto di un evidente primo flop, col tempo e con il passare delle apparizioni, il conduttore è diventato uno dei volti più celebri del piccolo schermo. Che cosa vuol dire per noi che siamo “conoscitori della materia”?

Dai primi comizi, dal vasto uso dell’arma referendaria (al fine di compartire il potere “vero” e decisionale con il popolo) negli anni della lotta per l’aborto, l’obiezione di coscienza, il divorzio (eccetera) fino agli ultimi giorni in cui ancora si dedicava alla lotta, abbiamo imparato ad apprezzare o disprezzare (che qui han lo stesso valore) l’opera titanica di Pannella modificando, di volta in volta e per via di un personale incremento dell’interesse su lui e il suo lavoro, il nostro punto di vista.

Un interesse evidentemente proporzionale all’intensità dei “valori” che il soggetto, il leader, riesce a catalizzare su di se e conseguentemente a trasferire in quanto umanamente condivisi e condivisibili (sia in bene che in male).

marco-pannella-3È in tutto questo contesto che la scomparsa di Marco Pannella segnerà un punto di svolta nella politica italiana anche se, quest’ultima, non l’ha mai realmente riconosciuto per i suoi meriti. Diciamoci la verità; la presenza di Marco è stata non di rado come una spina nel fianco per tutti i colori politici, da destra a sinistra senza alcuna eccezione. Ad esempio – ma questo è un commento mio personale –, dà da pensare che, nonostante il feedback altissimo di meriti nel campo sociale (innegabili), il nome di Giacinto (detto Marco) Pannella, non è mai venuto fuori come papabile per la nomina di Senatore a vita e, di contrasto, dà allo stesso modo da pensare quanta parte di quella classe politica che l’ha sempre snobbato, oggi, ha twittato in suo onore con profluvi di elogi e parole.

«Credo che ora molti dovrebbero riflettere, ora che non è più in vita, sui suoi meriti e la sua presenza nella storia di questo Paese». Emma Bonino.