Il sigillo degli Acquaviva.
3 Ottobre 2017Yusuf e Sara, archetipi di un mondo nuovo. Chi è mai Yusuf Hanifa se non una sintesi culturale, un grumo semantico, un intrigante sincretismo antropologico ed etnico? Il medico –guerriero assembla le radici di Oriente e Occidente. È cristiano ma lo apprende quando ormai la sua natura è già abbozzata.
E chi è Sara coraggiosa, “ribelle”, “temeraria”: un’icona del femminismo ante litteram: si è finta uomo, tagliando e tingendo i riccioli d’oro per emanciparsi dalla pastoie domestiche di una nobiltà grigia e sepolta nei suoi riti, ma anche per immortalarsi con la sua arte.
E dove potevano incontrarsi se non sull’opera che contiene il passato dell’uomo, angeli e demoni della sua mente, identità, memoria, radici, culture, qual è il mosaico della cattedrale di Otranto? L’età moderna già pulsa intorno e occorre uscire dal Medioevo e affrontare le sue sfide.
Yusuf e Sara possono perciò essere letti anche come archetipi di un uomo nuovo, di un mondo riconciliato con i suoi istinti peggiori, dopo mille anni di guerre, con l’opzione di altri mille, come la cronaca di questi anni ci induce a credere..
Sara e Yusuf: un puzzle complesso, barocco, in cui si trasfigura il postulato di un futuro che è già qui, il III Millennio in itinere. Dare serialità ai propri personaggi, specie nel romanzo storico, è impresa ardua: i meccanismi sono delicatissimi, il manierismo, il dejà-vù è in agguato: occorre riprendere le coordinate del racconto, scansioni dei personaggi, farli andare per conto loro, in modo autarchico, ridare vigore al plot narrativo, tessere una trama nuova battendo il tempo come abili tessitrici.
Ornella Albanese (come Sara) ha avuto coraggio: ci è riuscita ne “Il sigillo degli Acquaviva”. Molto interessante anche la parte grafica, progetto di Daniela Mani.
E ci regala un romanzo appassionante, teso, essenziale, che ricostruisce il tempo e l’anima del Medioevo che scolora in un tempo nuovo, restituendoci l’architettura sociale e l’umanità tutta (non potevano mancare i menestrelli, come Zefiro, e le streghe, come Munna). Incluso l’artificio letterario del clone di Yusuf che si presenta da Oltremare ed esige un feudo, anzi, due e un’altra donna (che ebbe il cuore del medico-guerriero ma si rassegnò alla finzione) e su cui non aggiungiamo nulla (sennò Ornella mette il muso).
Ritroviamo la scrittura sincopata, da jazz che abbiamo conosciuto e apprezzato nei romanzi precedenti (usciti da Mondadori, Fanucci, Leggereditore, ecc. e vendendo bene, senza l’armamentario editoriale di cui godono altre narratrici). Ornella Albanese è una delle scrittrici più possenti e più potenti del nostro tempo. La sua prosa ipnotica ti tiene avvinto fino all’ultima riga, e anche dopo che hai smesso ne vorresti ancora…
E chissà che Yusuf e Sara non rivivano prossimamente!
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Il sigillo degli Acquaviva.
di Ornella Albanese
editore: Leone Editore
anno: 2017
pagine: 474
ISBN: 978-88-6393-376-5