L’acredine, rovina delle generazioni
29 Gennaio 2020Dai toni usati nelle canzoni rap, trap, techno etc. ai programmi “verità” che ci raccontano spaccati di quotidianità di sconosciuti come Gemma Galgani o gieffini vari fino ad arrivare alla politica di talk show e dunque alla politica ir-reale, viviamo di acredine.
Rivendichiamo continuamente qualcosa a qualcuno, a un amico, a un amante, a uno Stato, a un lavoratore, a un datore di lavoro. Tutti incazzati con tutti.
Nel mondo dello spettacolo questo modus copre un’alta percentuale di pellicola. E questo si riversa terribilmente nel mondo reale che ci ruota attorno.
I toni sono alti, accesi, vigliacchi e non ne usciamo. Sembra.
Salviamoci. Vito Mancuso, il filosofo, qualche tempo fa scriveva: «Chi sa usare davvero l’intelligenza, capisce che la vita contiene valori più grandi del suo piccolo Io, e di conseguenza vi si dedica[1]».
Tutto sembriamo tranne gente che si dedica a valori più grandi del nostro orticello.
Vedo gente che per avere soldi non guadagnati impoverisce lavoratori e pensionati; vedo gente che non lesina denunce-calunnie pur di scappare dalle proprie responsabilità; chi si affanna per sotterrare il proprio prossimo vivo e di fronte a lui.
Altro che parlare di mondo green e epidemia cinese. Non sto nella pelle, vorrei parlare di noi e di un mondo possibile.
Per quel poco che mi resta da vivere (un mese o trent’anni) vorrei leggere, studiare, bere una birra parlando dei successi altrui ad un amico, aiutare chi è in difficoltà quotidiane senza andarmi a cercare l’utopia di salvare i bambini africani. I bambini africani si salvano da soli, se togliamo le mani dal loro Continente. Mani sporche del loro oro e del loro petrolio che millantano misericordia.
Acredine, paure indotte da temerari commercianti d’odio, ritorsioni e vendette amorose e lavorative nel nostro quotidiano. Questi disvalori, più del cambio climatico, stanno riducendo alla fame anche il più ricco di noi ed è una fame che non agisce sullo stomaco ma sul cervello.
Parole, soltanto parole… ma sono terribilmente il metro di una società che sta distruggendo se stessa e le generazioni a venire, clima permettendo.
[1] Da: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/13/r2-la-religione-civile-che-manca.html Visitato ultima volta in data 30 gennaio 2020