Il Concilio Vaticano II e quell’idea di unione fra le Religioni che non può mancare.
20 Novembre 2017Con il Concilio indetto da Giovanni XXIII si è aperta una nuova era nel mondo dove il dialogo ecumenico tra le varie religioni è stato l’elemento principale.
Importante è stata la presenza dei riformati al Concilio, il che suggella un’amicizia fra le parti che da sempre si rinnova. Tutt’oggi i cristiani evangelici ed i cristiani cattolici continuano a collaborare assieme all’insegna della conseguirmento della Verità.
Durante il Concilio Vaticano II, avvenuto fra il 1962 e il 1965, infatti, è stato analizzato proprio l’elemento della collaborazione tra le religioni e le varie parti. Cercare ciò che unisce anziché ciò che divide è stato il motto che ha guidato Papa Giovanni XXIII durante il Concilio, ma anche durante tutta la sua vita ecclesiale e durante il papato. Sin da quell’epoca, ma anche prima, la collaborazione tra i Riformati Evangelici ed i Cristiani cattolici si è concretizzata in azioni reali di preghiera ma anche di attiva partecipazione alle problematiche della terra e della società, come la povertà, l ‘emarginazione, le guerre e le difficoltà sociali.
La partecipazione al Concilio Vaticano II, va letta quindi come una forte consacrazione di questo rapporto. Durante le quattro sessioni si sono trattati anche argomenti di natura liturgica, vedendo ed analizzando quei punti d’incontro, ove il dialogo potesse essere linfa nuova per la Chiesa universale. Non è un caso che anche oggi uno dei successori di Papa Giovanni XXIII ovvero Papa Francesco, è molto attivo nel protrarre quest’amicizia. Ne è riprova il fatto che organizzazioni religiose cattoliche come la Caritas e la Comunità di Sant’Egidio collaborano con l’Esercito della Salvezza, ramo della Chiesa Cristiana Evangelica, in varie operazioni a livello nazionale, europeo e mondiale.