Io, a cena col ‘dittatore’ Maduro. Simone Caminada in Venezuela.

Io, a cena col ‘dittatore’ Maduro. Simone Caminada in Venezuela.

6 Giugno 2016 3 Di Simone Caminada

Ci sono eventi e situazioni che lasciano il segno, nel bene o nel male.

20160409_062320-1 copiaIl giorno 8 aprile 2016 io, Simone Caminada, invitato ad una cena ufficiale a Palacio de Miraflores, sedevo allo stesso tavolo del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros.

Di più, come altri presenti, ero ospite del Ministero della Cultura. Lo so, in pochi leggeranno questa mia lettera breve come un ammonimento in fronte ad un Sistema che riduce in fame un popolo ma che, detto Sistema, non è e non sarà quello per cui – a modo mio – combatterei, ho combattuto e combatterò. Tanto perché si sappia, come si suol dire!

Il governo Maduro non è un governo dove si prende il tè alle cinque del pomeriggio; il governo Maduro ha fatto una serie di scelte che contrastano certamente con la visione europea (quantomeno, quella che la maggioranza di noi ha) ma anche – a volte – con la mia, sebbene quest’ultima di poco valore, di poco conto. Il popolo soffre come fosse in guerra, il governo si comporta come fosse in guerra. Il popolo non fa sconti al governo, e ha ragione. Il governo non fa sconti al popolo, e ha ragione?

Il popolo ha sempre ragione a lagnarsi. Ha sempre ragione perché, mentre loro mendicano, i ministri viaggiano su grandi auto con scorta, il cibo avanza sempre e la paga disseterebbe famiglie di indigenti che, a parer del popolo, essi non vedono.

Sono orgoglioso di essere stato a cena con “questa gente”? Si, lo sono.

invito presidenteLe gravi e innegabili mancanze del modello chavista si stanno riversando sulla presidenza Maduro che, inevitabilmente, crollerà a breve sotto il peso, anche, delle proprie. Nonostante tutto ciò e ricordando anche i lati migliorativi come l’alfabetizzazione del Paese, il progresso medico nelle strutture ospedaliere (eccetera), forse, il modello chavista, il socialismo del XXI secolo (come lo chiamano lì), rimane ad ora l’unico modello di democrazia partecipativa perseguibile oltre al tecno-capitalismo, l’imperialismo ed il neo colonialismo nord-americano ed europeo.

Non ci può e non ci deve essere spazio per le banche dal mal costume, gli affari poco limpidi derivati dalle estrazioni petrolifere, dai diamanti, dallo sfruttamento del lavoro umano (eccetera) e, dunque, non ci può e non ci deve essere spazio per quei pochi che ipnotizzano il basso popolo, le masse, con telefonini e televisioni a rate, al mero ed infimo scopo dell’arricchimento monetario personale. La dignità umana va preservata per conto della libertà umana.

È sconfortante ammettere che Nicolás Maduro Moros è stato la scelta sbagliata per il popolo venezuelano ma, al contempo, finché continuerà la persecuzione mediatica, sistematica e distruttiva di ogni Stato democraticamente eletto, da parte degli apparati militari e governativi degli Stati Uniti d’America e sodali (ad esempio!), non si riuscirà mai fino in fondo a capire cosa ci sia stato di sbagliato nella scelta di tale Presidente, per il Venezuela; il Presidente in sé (e forsanche il chavismo) o l’immaturità dei tempi (e forsanche il chavismo)?

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