Heidegger & i “Quaderni Neri”

Heidegger & i “Quaderni Neri”

10 Gennaio 2016 Off Di Simone Caminada

quaderno neroPreceduti da un crescendo di polemiche e di – per lo più – vane parole, i “Quaderni Neri” del filosofo Martin Heidegger, una serie di scritti rimasti fino a poco tempo fa inediti perché destinati alla pubblicazione postuma, ci raccontano un altro capitolo della storia del pensiero e del pensatore di Meßkirch.

Si è scritto quasi di tutto su questi testi soprattutto per via dell’adesione al nazionalsocialismo di Hitler da parte di Heidegger e di una sua spiccata vena antisemita; purtroppo o per fortuna, la “questione ebraica” è solo una minima componente delle argomentazioni che vi si possono trovare all’interno. Tanto è bastato questo, però, ad alimentare congetture e fuorvianti idee che hanno depistato – in parte o del tutto – fior fior di intellettuali negli ultimi anni. Chi ha potuto sfogliare, leggere, studiare, tradurre ma soprattutto decifrare il manoscritto (Heidegger aveva una calligrafia quasi illeggibile e fatta di parole fittissime fra di loro), sa che sono circa 70 su 1500 le pagine che hanno da fare con il tema scabroso, tanto caro ai detrattori.

Ripudiando (ovviamente) l’antisemitismo come forma di odio razziale preconcetta, credo sia deplorevole alla stessa maniera “buttare via il bambino con l’acqua sporca” accantonando tout court il pensamento complessivo dello studioso, tenendo anche ben presente quanti, negli anni, mhhanno studiato la sua opera, il suo pensiero.

Di più. Credo che, grazie e nonostante il generale turbinio di congetture e “verità” che si è venuto a creare a seguito di queste pubblicazioni postume, il pensiero di Martin Heidegger sia una strada di ricerca, nella filosofia del ’900, da intraprendere come il suo holzwege. Holzwege, non traducibile così approfonditamente se non nella sua lingua originale (tedesco), è il sentiero di foresta che a volte e improvvisamente, coperto dal fogliame e dalle erbacce, non lascia intravvedere più la strada, appunto, da percorrere. Il sentiero esiste ma non vederlo è solo un’apparenza.

Un cammino, come abbiamo detto, seguito da molti anche questo dell’antisemitismo nel filosofo di Meßkirch e che, senza pretesa di arrivare alla Verità, dovrebbe essere sondato attraverso l’interpretazione e l’immedesimazione nel pensatore, “gettandosi” nel momento storico in cui Heidegger – come tutto il resto del (suo) mondo – viveva, allo scopo di un avvicinamento alla “verità”.