Migranti: Ma accoglienza non è svuotare un Continente.

Migranti: Ma accoglienza non è svuotare un Continente.

3 Novembre 2016 0 Di Francesco Greco

Sulla questione-migranti si consuma l’ennesima sconfitta dell’Europa, ormai priva di identità culturale e di interessi comuni, e unita solamente da una moneta vissuta come usuraia, imposta ex abrupto.

Ma anche la Caporetto della comunità internazionale. L’ONU è un convitato di pietra, l’UE abitata da perfidi basilischi, gli USA se non direttamente interessati, o minacciati nei loro interessi, sono assenti, la Chiesa si limita ad auspicare, a benedire, a indicare strade che è la prima a disertare: col patrimonio immobiliare immenso che si ritrova, preferisce affittare i loft del cento storico di Roma a 10mila euro al mese.

Al fenomeno migrazione non si vuole, o non riesce a dare un minimo di razionalità, tutto è lasciato allo spontaneismo. Senza uno straccio di coordinamento. Se per il 2017 sono previsti 150mila arrivi, i 27 devono accordarsi da subito su come smistarli. Assistiamo invece a uno stillicidio quotidiano, allo svuotamento di un continente al ritmo di 2mila arrivi al giorno. Si spera nella rabbia di Nettuno.

E non si riesce a trovare una linea-guida per gestire il fenomeno. Due le scuole di pensiero: chi pensa che i migranti sono una iattura e chi è per l’accoglienza senza se e senza ma vantando anche il loro apporto sul PIL e la demografia.

Solo che se tutti i paesi del Medio Oriente e dell’Africa dove c’è la guerra o la fame si riverseranno qui, con o senza documenti, con una bella percentuale di foreign fighters, per l’Europa sarà la fine. Una cosa è l’accoglienza, un’altra l’invasione.

Servono interventi strutturali sulle economie di quei paesi, cosa facile a dirsi ma difficile, o impossibile, a farsi. Ma almeno proviamoci destinando l’1% annuo del PIL di ogni partner europeo a opere infrastrutturali, di formazione professionale e di start-up, di think-thank scientifico e tecnologico.

A meno che non si sia deciso in qualche sede istituzionale nazionale e sovranazionale di far andare le cose per conto loro, alla tanto peggio tanto meglio, alla cupio dissolvi: lasciando alle mafie del territorio il ricco business dell’accoglienza.

In tal caso sarebbe l’ennesima sconfitta dello Stato e dell’UE, una resa letta come una fuga sconsiderata dai cittadini sempre più sfiduciati e indifesi, che si arroccano sul rifiuto con le barricate (Gorino). Terreno fertile ideale per il consenso di chi rimesta nel brodo marcio del razzismo e della xenofobia, per qualche voto (inutile) in più. Gli interessi del proprio partito prima di quelli della civiltà e dell’umanità.

“Una pena infinita”, come scrisse il poeta Jules Laforgue.